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Terna finalista Premio Pagliarani

 

Tre poesie da Betelgeuse ita/engl

Lettura e descrizione del libro

Anticipazioni:

Nel libro sono presenti due fondamentali branche di ricerca: quella astrofisica rappresentata dal titolo, e quella microbiologica, che appare all’inizio con questo testo:

Il nostro antenato più antico

Se è la presenza della bocca
E dell’intestino
Ad essenzialmente definirci
Come organismi bilaterali,
È l’Ikaria wariootia il nostro
Antenato più antico.
Ritrovato tra i fossili australiani
Cinquecento milioni d’anni fa già presentava
Due aperture connesse da un tratto digerente
Un fronte e un retro.
Da lui sono venuti pesci anfibi
Rettili e mammiferi.
Dunque anche noi.
L’Ikaria è un verme.
Noi, forse, un glitch.

Nelle note finali spiego ciò che i giovani sanno benissimo grazie ai videogiochi: un glitch è un breve picco improvviso, un transiente aperiodico causato da un errore non prevedibile. Per questo ho posto come titolo di sezione Noi forse un glitch. Senza le virgole.

Recensioni e Interviste:

Vento di Marte

Sento il suono del vento di Marte
In una registrazione Nasa
Trasmessa dalla sonda Insight,
Vento a diciotto chilometri l’ora
Come a Gallarate stasera
Col soffio alle finestre e qualche ticchettio.
So bene che su Marte
Per via dei raggi ultravioletti non schermati
Non può esserci vita in superficie,
Ma nelle grotte forse sì.
Come in questa casa di Gallarate.

Questo testo appare in “Betelgeuse e altre poesie scientifiche”. Livio Cantoni l’ha messo in musica e qui lo interpreta.

Vento di Marte

Dopo il canzoniere di Jucci (che pure torna qui in figura, come tanti altri "personaggi" e interlocutori della poesia di Buffoni, in primis Leopardi), mi verrebbe quasi da dire che questo è il libro sulla fine dell'antropocene, caratterizzato dalla presenza forte di un soggetto corale che filtra pure nel raffreddamento – ritmicamente in linea con le ascendenze anglosassoni dell’autore – provocato dall'immissione (vera!) della scienza in poesia. E la scienza, oltre che "scientifica", è anche archeologia, sociologia, storia. Poi ci sono quelle chiuse in cui il lettore si trova perfettamente a suo agio anche se spiazzato, quando con un colpetto i numeri e le cifre dei potenti "macchinari stellari" diventano sussulti o reflussi della nostra civiltà. Insomma un libro teso, coeso, con un ritmo che non cade mai. Bello. E anche il titolo mi pare che gli stia bene addosso. Nel suo mistero, infatti, Betelgeuse è un nome che si carica di senso e che non ha una vera e propria polarità, benché sia un termine preciso, netto, scientifico appunto, forse proprio per la sua matrice araba. Un nome nobile. Che è anche il titolo di una poesia indicante un destino, il nostro di uomini, paradossale - noi uomini a sparire perché in continua espansione sulla terra, così come la stella che ingrandendosi perde intensità. E c’è tutta la nostra indifferenza verso il futuro (percepito come remoto), una quasi incredulità nei confronti di una sempre più concreta sparizione per la morte del sole. Una percezione di falsa salvezza allarmante. Marco Corsi (pagina facebook 21-04-21)

Ho molto apprezzato la novità della scelta tematica e l’acuta asciuttezza espressiva oggi necessaria. E poi il riferimento alla scienza è sempre più importante anche in poesia... Maurizio Cucchi

Un libro inserito criticamente nel contemporaneo, con un senso profondo e moderno del tempo e dello spazio, che accoglie in poesia le innovazioni scientifiche (astrofisica, biologia…). Uno scarto ulteriore rispetto alla produzione poetica precedente di Buffoni: l’ultimo libro La linea del cielo aveva una funzione di summa, di ricapitolazione del percorso e di riposizionamento critico, questo libro invece può provocare un nuovo squarcio nella storia della poesia italiana. Francesco Ottonello

Betelgeuse è un libro molto bello sempre, teso e lucido e ampio. All'altezza dei tempi, mi verrebbe da dire, se solo esistesse qualcosa di umano al mondo in grado di esserlo. Andrea Raos

Franco, tra ieri pomeriggio e stanotte ho letto tutto Betelgeuse, che mi sembra una delle tue raccolte migliori e più dense. Per fortuna ci sono note ai testi, perché io di molte citazioni 'scientifiche' sapevo ben poco, a parte Betelgeuse di Orione che talora cerco di individuare perché molto risplende. Davvero complimenti per tutto il tuo nuovo libro, pieno di andirivieni tra astronomia, biologia, pietà e comprensione per gli umani ora messi molto male; e c'è perfino Oetzi… Sei davvero bravissimo! Maria Antonietta Grignani

Da sempre la poesia di Franco Buffoni detta il tellurico movimento dei passi brevi delle rivolte sociali, assestamenti cubici dell'aria che annuncia l'infinito tepore del movimento non atteso: ANTIMATERIA IN EXCELSIS “Uno dei misteri della fisica / È capire perché dopo il Big Bang / Sia caduta l'originale simmetria / Tra materia e antimateria, / Perché non vediamo le anti-stelle / E le anti-galassie. / Un'esigenza manifesta / Già nel Dante delle simmetrie / E della regolarità / Neutrini e antineutrini / Come i beati del cielo e della Luna / Rispetto a quelli del cielo di Saturno.” Antonio Vanni

Betelgeuse apre piste nuove e spazi nuovi alla poesia italiana. Sono rimasto molto colpito: la terminologia scientifica è al servizio di un'idea di stile: asciuttezza, ragionamento, che coglie nessi come quello tra emissioni di CO2 e ondate migratorie apocalittiche, e ancora più sottilmente nessi tra i concetti di materia e antimateria e il Paradiso di Dante. L'estremamente lontano e l'estremamente vicino... Una grande ricchezza di temi in una unità felice di tono. Betelgeuse riesce a dare sostanza di poesia - che ha sempre un margine di arcano - ad argomenti che vanno dall'astrofisica alla biologia, dall'astronomia alla chimica, mentre lo sguardo si inabissa nella preistoria della materia e dell'uomo. Che grande sorpresa questo libro! Giuseppe Conte

Ho comprato Betelgeuse e lo trovo bellissimo. Filippo Tuena

Betelgeuse continua a brillare e a rischiarare le mie letture e riletture. Raccolta eccezionale. Flavio Santi

Ho avuto modo di postare in questi giorni un commento su Betelgeuse e altre poesie scientifiche in una rivista telematica, L’ombra delle parole, dove anni fa ero intervenuto su Pier Luigi Bacchini, che considero un riferimento lucreziano e presocratico, molto vicino al tuo esperimento di poesia scientifica. Non serve essere fisici per sentire l'oltre, in quanto nessuna forma matematica riesce a fornire indizi credibili circa la struttura quantistica o cosmica. Glielo scrivo da fisico. La strada che con passione lei ha tentato è per me importante. Claudio Borghi

Che meraviglia le tue poesie scienziate! Antonella Anedda

Il verso come sistema complesso. Il titolo, l'azzeccato "Betelgeuse", poi: una stella che si spegne a suo modo, che ci permette, come nello specchio delle più belle e inquietanti favole, di farci restituire dal futuro non solo il momento, per nulla indolore, della morte termica dell'Universo, ma anche la potenza della sua vita, qui, in questo fragile e prezioso e prosastico quotidiano terrestre. Un ritorno chiaro al "messaggio universale" della migliore poesia. Una ricerca legata alla storia nel metro umano, nella sua misura di giorno, anno, secolo, millennio che ci dice orgogliosi il tanto che siamo stati; il poco che siamo tra gli ammassi stellari; il pochissimo che ci resta se, guardandoci con sincero distacco sotto il cielo stellato dove ce ne stiamo nascosti, annusiamo quanto male stiamo facendo alla nostra unica casa comune. Antonio Celano

Non basta un 'like' su facebook: sto leggendo con molto gusto Betelgeuse, un vero piacere, ci voleva qualcuno che coniugasse scienza e poesia in questo panorama di poesia italiana. Grazie Franco! Ti auguro un grande successo. Giorgia Sensi

Betelgeuse e altre poesie scientifiche di Franco Buffoni è un’opera unica, ironica e tragica, in cui il linguaggio scientifico attraversa i territori più lirici della lingua italiana. Alessandro Castiglioni

Betelgeuse è un libro compatto e sorprendente. Non che non conoscessi i tuoi interessi scientifici, la tua capacità ed esigenza di piegare la poesia verso territori che tradizionalmente - perlomeno nella tradizione italiana - essa non percorre, ma questo libro a tema (come Noi e loro, come Guerra, come molti altri tuoi) è originale e nuovo, nel tuo percorso. I testi che mi piacciono di più sono quelli in cui riesci a coniugare il tuo sguardo e la tua sensibilità (e anche la tua storia) con gli argomenti scientifici di cui parli, e scrivendo ciò mi viene in mente che forse il modello più antico di questo tipo di poesia è Dante, che di astronomia e di stelle se ne intendeva, come i lettori della Commedia sanno bene... Insomma, la poesia non può essere solo divulgazione scientifica e tu lo sai bene, usando batteri, costellazioni e ipotalami per riflettere sul nostro destino di esseri viventi (o sul destino di alcune persone che spuntano dalla memoria o dalla tua cultura e, a mio parere, rendono più emozionanti e vive le tue pagine: penso in particolar modo alla bella poesia per Jolanda Insana o a Le nuvole di Edvard, davvero notevole). Insomma, ho letto con piacere e sicuramente rileggerò, perché Betelgeuse, forse più di altri tuoi libri, va letto, riletto e addirittura studiato (cosa rara, if you know what I mean, per un libro di poesia). Massimo Gezzi

Mi sembra che Betelgeuse sia la tua summa, dove il meglio della tua poesia (Profilo del Rosa e Guerra), il meglio del tuo saggismo, la tua eredità di linea lombarda, trovino una fusione che arriva a commuovere e meravigliare. Sì, commozione e meraviglia. Un libro che ti avrebbe invidiato Zanzotto. E che ti invidio io. Credo che in Betelgeuse il poeta superi l'ideologo. Ma questo sarebbe un discorso da fare attraverso close-reading. Non faccio promesse, ma di sicuro scriverò su questo tuo libro. Hai trovato un tuo modo limpido, elegante e tagliente di come utilizzare l'enorme archivio dei saperi scientifici. Insomma, mi sembra che qui circoli un’arietta leopardiana, ironica e frizzante, a tratti glaciale. Un’arietta rara nei libri di poesia contemporanea, e che non ha a che fare con aggiornamenti poetici dell’ultimo quinquennio sul concetto di antropocene e brutture climatiche all’orizzonte. Ma con un dialogo tra poesia e scienza di lunga data. Andrea Inglese

Che sorpresa le poesie scientifiche! Innovative nella concezione (filosofica) del discorso, che - in “Stella rossa” che parte dal firmamento - si fa metafora del nostro convivere sulla Terra. Concretezza ed essenzialità lirica hanno una bella sintesi in “Separazione”: insomma, la tua poesia ha ancora una volta “un passato e un futuro”. Roberto Cicala

Finalmente leggo Betelgeuse di Franco Buffoni e ne gioisco moltissimo come gioisco quando un poeta mi dimostra che l'intelligenza (e anche la scienza, in un certo senso) è un sentimento, forse il più risalente e commovente. Mi commuovo come quando ripenso alla certezza sentimentale e scientifica di Marina Cvetaeva che dice "Ti amerò per tutta l'estate suona di gran lunga più convincente che per tutta la vita, e soprattutto molto più vero". Giorgio Ghiotti

Sto leggendo Betelgeuse, non conoscevo le tue passioni scientifiche e sono molto affascinato dai paralleli che sei riuscito a tracciare tra vita cosmica e preoccupazioni umanissime, passando anche attraverso il mondo della mitologia. Davvero magnifico! Pierre Lepori

Betelgeuse mi fa pensare a Leopardi che guarda Napoli di notte - le stelle - e si interroga sulla piccolezza dell'uomo. Un tripudio per l'autore, una catarsi per il lettore, che prende coscienza, attraverso la poesia, delle vastissime ramificazioni della scienza. In Betelgeuse le chiuse leopardiane (e in generale il fulmine finale di tutte le poesie) sono stilisticamente perfetti, a grande altezza retorica, proprio come in Jucci e in Personae, a comporre la "triade dello stile" di Buffoni. Stelvio Di Spigno

Di “Beltegeuse” apprezzo sempre di più quel nitore della lingua, e dell’intelletto, che ne fanno un’avventura conoscitiva di rara intensità. Italo Testa

Ci sono delle raccolte di poesia che ti riconciliano con l’Universo, è proprio il caso di dirlo. Parlo di “Betelgeuse e altre poesie scientifiche” di Franco Buffoni - Mondadori Lo Specchio. Un libro quasi di divulgazione scientifica, di astronomia e cosmogonia, splendido per la semplicità espositiva nel metro lirico più consono ad un ottimo poeta. La poesia applicata al cosmo, le stelle Pulsar che battono come cuori astrali, i Buchi Neri… e noi qui infinitamente piccoli, ai margini di un epicentro indecifrabile, insignificanti ma concreti e reali in balia del Caos o della Necessità. Evaristo Seghetta

Se inizialmente l’emersione del resto umano si legava alla riemersione di un rimosso di violenza storica, verso una sorta di antropologia negativa, come nella poesia Tecniche di indagine criminale (in Il profilo del Rosa, Mondadori 2000), dedicata alla mummia del Similaun, e poi nella raccolta Guerra (Mondadori, 2005), gli esempi più recenti sono meno espliciti. Anzi, il fascino del primitivismo come chiave di interpretazione della natura umana si slega dalla riflessione sulla storia in favore di uno sguardo più chiaramente biologico ed evoluzionistico. Buffoni, nel suo recente Betelgeuse e altre poesie scientifiche (Mondadori, 2021) fa risalire la specie umana a un antenato estremamente umile, un verme, l’Ikaria wariootia: “due aperture connesse da un tratto digerente / un fronte e un retro. / Da lui sono venuti pesci anfibi / rettili e mammiferi. / Dunque anche noi. / L’Ikaria è un verme. / Noi, forse, un glitch”. Buffoni spazia dalla microbiologia all’astrofisica; dal sense of place delle sue Prealpi lombarde a un più vasto sense of planet. Jacopo Turini

Betelgeuse è una bomba, un libro ossessivo e potentissimo, aggressivo per la mente, offensivo per il mondo, irto di termini scientifici lanciati rabbiosamente come proiettili contro un orizzonte sterminato di tempi e spazi. Ma insieme, visibilmente, sonoramente, un libro pietoso, che tende degli agguati sottoforma di paroline quasi sfuggite a caso, ogni tanto: suoni quotidiani, classici, che dicono di una miseria umana percepita così acutamente da trasudare amore, e adesione incondizionata al nostro tempo. E quando con le orecchie sature di squillanti nominazioni ho letto Gallarate mi si è stretto il cuore, o quando ho letto lucciole, o Carlino che scopre il mare… Orchestrato in questo modo è un libro che non da requie, e che obbliga a soffrire molto. O così mi è arrivato. Silvia Bre

La modernità ed i temi sociali di Franco Buffoni mi sono molto cari. Con Betelgeuse l’accostamento del verso alle formule matematiche ed agli studi sui movimenti dei pianeti, delle stelle e delle particelle sub-atomiche, mi affascina. Antonio Vanni

Il discorso sulla scienza è un tema importante da affrontare in poesia: bisogna enfatizzare questo gesto poetico, da parte di un autore noto, nel contesto contemporaneo. Guido Mattia Gallerani

Penso che Betelgeuse sia un libro straordinario, che in futuro rimarrà; per comprenderlo il concetto di ispirazione non è di sicuro la chiave di entrata, tantomeno il pop: meglio pensare al concetto di poetica intesa in senso anceschiano o a una certa poesia di matrice anglosassone quasi assente in Italia. La scrittura di Buffoni l'ho apprezzata e compresa col tempo, dopo varie letture: nel momento in cui entri non ne esci più. Francesco Ottonello su Facebook 22-01-2022

Betelgeuse è un libro fantastico! Stefano Dal Bianco

“Le considerazioni sul rapporto tra sapere scientifico e discipline umanistiche ci inducono ad approfondire il valore gnoseologico della scienza, chiaramente presente al poeta, ben lontano da rigurgiti neopositivisti secondo cui tale disciplina sarebbe sinonimo di verità. Egli ne è consapevole dimostrandolo nel fatto che comporre “poesia” comporta superare i limiti dell’applicazione di modelli matematici alla realtà, collocandola in una dimensione totale che non solo non esclude l’interpretazione scientifica, ma, mediante l’apporto di altre conoscenze, la amplia in una dimensione tale da conferire senso e significato alla totalità dell’esistente”. Giuliano Ladolfi

“Oggi è uscita la splendida notizia del super-telescopio che ha catturato le immagini di luce partita da galassie oltre 13 miliardi di anni fa. Ho subito pensato che quella che sta partendo adesso da lassù arriverà fra 13 miliardi di anni. Cifre da capogiro. Eppure l’intuizione di Anassimandro mi sorprende sempre di più e a lui collegherei Spinoza, ma anche Leopardi con il suo Infinito, per finire con Franco Buffoni con il suo bel libro Betelgeuse, tutto ciò per confermare che l’intelligenza umana ha qualcosa di divino.” Evaristo Seghetta Andreoli pagina fb 12-07-22