Le poesie amate e tradotte da uno dei maggiori autori italiani del Novecento sono raccolte nell’idea che «una traduzione di poesia è sempre destinata ad essere un’altra cosa» e per questo è un’esperienza da fare, anche come lettori. Luciano Erba ci accompagna in un viaggio lirico che passando per la Fiandra dei simbolisti attraversa l’oceano e i secoli, da Hugo e Claudel a Machado e Neruda, da Racine a Rodenbach, da Villon alla Swenson, facendoci scoprire mondi, sentimenti ed emozioni che, per citare Francis Ponge, appaiono «cristalli naturali». Grazie a queste traduzioni anche noi avvertiamo con lui la lucentezza di questi tesori e ci domandiamo: «perché alla vista dei cristalli ci sentiamo così repentinamente affascinati?» A cura di Franco Buffoni, con la collaborazione di Lucia Erba e Anna Longoni,

NOTA DEL CURATORE

Rivedere, dopo oltre vent’anni, queste traduzioni di Luciano Erba ristampate da Interlinea mi ha dato una piccola sensazione di vertigine. Concepito allora, nel 1991, come una raccolta delle migliori traduzioni del poeta del Tranviere metafisico, il volume, accresciuto di poesie e autori, appare oggi come un omaggio alla sua memoria. Un omaggio tanto più sentito quanto più queste traduzioni risuonano – per dirla con Meschonnic – come traductions-text.
Sono poche le traduzioni-testo, quelle in grado di superare la prova del tempo, di divenire testi esse stesse, parte del canone del loro autore. Le Bucoliche tradotte da Valéry; Giaime Pintor traduttore di Rilke, Erba traduttore di Jean de Sponde... Piccoli classici a segnare la nostra appartenenza a una civiltà culturale, o alla civiltà tout court.
È con gioia, mista alla malinconia di non poter festeggiare questa uscita con l’Autore, che dedichiamo questa edizione alla moglie del poeta, Mimia, e alle sue figlie.

Franco Buffoni